Recent PostsProfilo

Nome: Nymeria Taine Dawnsong
Età: 111 anni
Razza: elfa
Classe: druida
Con una bella cotta per:...Araevil Darkeye..

Nymeria Taine Dawnsong nasce in una tranquilla famiglia elfica nel meraviglioso bosco di Yuir, a sud di Emmech. Perde molto presto il padre a causa di alcuni attacchi che i Guardiani del Bosco, con cui il padre collabora, riescono a sventare solo dopo aver subito numerose perdite. Anche la madre e il fratello dell' elfa sembrano aver subito una fine simile in un successivo attacco. Allevata dai Guardiani di Yuir, l' elfa cresce e matura una predisposizione verso la natura e una fede devota verso la divinità degli umani Mielikki.Presto cresce in lei il desiderio di migliorare le sue capacità druidiche e di allontanarsi da un luogo che é per lei solo un doloroso ricordo degli affetti perduti. Sola, senza nessuno che conti davvero, Nymeria parte per un periodo di addestramento e di solitudine..ma questa solitudine durerà poco, presto incontrerà molte persone..



Recent PostsLinks

Alyss, Breven e la compagnia della spiga dorata!
Il blog della compagnia-fanart& fanfic
Il nostro sito news etc..
Fantasy Italia!
Layout by: Io con l'aiuto dei geni che lo fanno di loro..
Hosted by: blogger..ma questo era evidente..
Found at: blogskins all'inizio..ma poi ci ho lavorato troppo sopra


Recent PostsI vecchi post:

L'incontro
Il mio primo post


In questo Blog si racconta la storia della Compagnia della Spiga Dorata, vista nell'ottica di Nymeria...speriamo possa piacervi^_^

Recent PostsScrivetemi!






lunedì, giugno 12, 2006

Emmech: 1 day

Il cavallo galoppava a tutta velocità lungo il sentiero di terra che conduceva alle porte della città, la criniera agitata dal vento spesso finiva sopra le mani di Breven, solleticandolo leggermente.
Il sole che tramontava al di là delle colline emanava un bagliore rossastro che dipingeva tutto il paesaggio di tonalità calde e accoglienti, lontano si iniziava a intravedere il buio che prendeva il sopravvento.
Nymeria era stretta alla vita del guerriero per non perdere l’equilibrio; la trovata di sedersi come una lady era stata pessima, non era abituata e se non si fosse aggrappata sarebbe di sicuro caduta. Mentre allungava le braccia per cingere l’uomo si sentì imbarazzata all’idea che lui potesse fraintendere.
Certo, Breven era un bel ragazzo, alzo e muscoloso, dallo sguardo enigmatico e perso in chissà quali pensieri. Era sicuramente molto affascinante e il suo atteggiamento da burbero dannato non avrebbe lasciato indenne donna alcuna, anche elfica, nanica o orchessa che fosse.
Però Nymeria non si sentiva troppo ammaliata da questo modo di fare che, era certa, l’avrebbe dovuta far cadere ai suoi piedi, e incominciò a credere che molto probabilmente, visto che nemmeno Breven ci era riuscito, nessun uomo l’avrebbe fatta innamorare.
Forse il suo cuore e i suoi occhi erano troppo legati al ricordo di quel padre così bello, così glorioso e così fieramente elfico, da non poter provare sentimenti altrettanto forti se non per un altro elfo.
E poi lei, ultra centenaria, come sarebbe stata la sua vita con un uomo? Solo il pensiero le mise ansia, ma si placò subito con l’immagine di Breven vegliardo e pungente che sculacciava i suoi nipoti.
Rise un po’ silenziosamente, poi si affacciò al di là della grossa schiena dell’uomo e disse “Ecco la porta…mi raccomando!”
Breven emise uno strano lamento che probabilmente doveva essere il suo modo per esprimere un assenso, portò il cavallo davanti alle guardie e si fermò.
Nel buio della sera ormai calata, la torcia della guardia illuminò il volto di Breven.
“Volete entrare ad Emmech?” chiese la guardia con voce quasi meccanica. Chissà quante volte aveva detto quella frase…
“Ho una lettera per il vostro Lord.” rispose Breven con altrettanta freddezza, ma incuriosendo parecchio Nymeria.
Il guerriero tirò fuori una busta da una tasca interna del mantello e la mostrò alla guardia che gli aveva rivolto la parola.
La guardia lo guardò stupito. “ Si certo entrate pure.” E corse ad avvisare di alzare i lunghi pali di legno che ostruivano il passaggio.
Breven fece un accenno con il capo per salutare, imitato subito da Nymeria, nonostante l’elfa ipotizzasse di non essere stata nemmeno notata.
Il cavallo iniziò a trotterellare percorrendo la via principale di Emmech e superando la piazza centrale, mentre i due avventurieri osservavano attorno a loro il paesaggio di questa strana città fortificata.
L’animale intrepido si infilò in una via stretta e buia, cercando di raggiungere il buon profumo di paglia che si espandeva nell’aria nelle vicinanze della stalla della locanda.
Nymeria era stata silenziosa fino ad allora, ma stanca di non parlare chiese “ Breven, sai dove devi andare? Dov’è la casa del tuo lord?”
“Non è il mio lord. Un mezz’elfo che ho trovato lungo il mio viaggio mi ha pagato molto bene per fargli questo favore. Consegnerò la lettera e riprenderò la mia strada da solo.”
L’elfa capì cosa stava intendendo e non ebbe da ridire.
Qualcun altro invece aveva la ferma intenzione di dire la sua.
Dall’alto di un tetto una freccia sibilò conficcandosi nel braccio destro di Breven che sacramentando si portò una mano sulla ferita. Il cavallo spaventato si alzò leggermente sulle zampe posteriori, mentre Nymeria coglieva l’ombra di una figura saltare giù dal tetto.
Scese al volo dal cavallo sguainando l’arma, ma l’agile figura, difficilmente individuabile nel buio del vicolo, riuscì a scansarsi e ad evitare il colpo.
Breven però non si trattenne molto tempo a osservare la ferita, lo prese in pieno con la sua lunga spada bastarda proprio mentre si spostava per evitare il colpo dell’elfa.
Un taglio netto, secco e violento. Il muro di dipinse una macabra macchia di sangue, mentre la testa dell’ individuo rotolava ai piedi della druida.
Nymeria osservò la scena sgomenta, non aveva mai visto nessuno uccidere un uomo, figuriamoci poi in modo così violento. Rimase lì immobile, scioccata dalla scena, mentre Breven inseguiva un’altra figura in nero che era scesa per attaccarli, sentì gli zoccoli del cavallo che battevano contro la terra, con la grande forza che essi imprimono per partire al galoppo, come se fossero stati dall’altra parte della città e il grido di Breven partito all’inseguimento le sembrava una voce indistinta lontana, come un ricordo.
Riprese coscienza solo quando sentì un corno suonare violento a pochissimi metri da lei.
Si girò di scatto e si trovò circondata da molti uomini, vestiti come le guardie che si trovavano all’ingresso della città.
“Getta l’arma e alza le mani!” Non c’era bisogno di altro per capire; pensavano che la scena truculenta alle sue spalle fosse stata opera sua.
“Non l’ho ucciso io, la mia scimitarra..”
“Ti abbiamo intimato i gettare l’arma. Ubbidisci!” Questa volta a parlare era un uomo dall’aria molto più autorevole, e le lievi differenze scorgibili tra la sua divisa e quella degli altri fece ipotizzare a Nymeria che fosse di un grado maggiore.
L’elfa appoggiò la scimitarra a terra sospirando. Breven, è tutta colpa tua.
Una voce continuò “ Capitano Kalheb! La scortiamo fino alle prigioni del castello.” L’uomo annuì.
“Ehi no! Non ho fatto nulla di male davvero! Lasciatemi andare” gridò Nymeria mentre le guardie la spingevano verso il sentiero che portava alla collina su cui era stata eretta la fortezza, castello e dimora, probabilmente, del fantomatico lord a cui Breven doveva portare la lettera.
“E’ notte fonda, vedi di non parlare o dobbiamo bendarti.” La druida chinò il capo e assecondò le volontà delle guardie. Ottima prima serata ad Emmech, Nymeria, non fai in tempo a metterci piede che già finisci in prigione..
Arrivata all’entrata della fortificazione che sorgeva imponente sulla collina ad est, l’elfa venne spinta a scendere alcune rampe di scale, per ritrovarsi in un antro scuro quanto la notte ma almeno illuminato da qualche torcia. Una guardia si allontanò un attimo per ritornare subito con le chiavi della cella. Entrarono in una stanza dove era seduto ad una scrivania un individuo dal volto stanco e attempato.
Fecero accomodare, se così si può dire, Nymeria all’interno di una cella e chiusero le sbarre con due mandate di chiave.
Le dissero poi “Verranno a parlarti domani mattina. Fino ad allora ci sarà lui a farti compagnia.” indicando l’anziano che li aveva accolti all’entrata della stanza, poi si allontanarono.
La druida si guardò intorno..ben diverso paesaggio dai suoi boschi quello!
Grigio, pietre e nient’altro, nemmeno una finestrella o una branda.
Si sedette per terra e esclamò “ Senti amico io non ho fatto nulla di male, sono innocente davvero, è stato quel balordo di un umano mercenario da quattro soldi, Breven! Se lo trovo giuro che gliela faccio pagare. Dovrebbe essere lui qui no? Non io, e poi la mia scimitarra ce l’hai li! Non ha un filo di sangue sopra, come faccio ad averci staccato una testa. La logica di voi umani è come sempre imbarazzante! Ascolta , ti prego ho molta sete, mi porteresti un bicchiere d’acqua. Ehi ma mi stai ascoltando?”
Nessuna risposta proveniva dall’individuo seduto sulla sedia e intento a scrivere cose al punto da non voltarsi nemmeno per un istante verso di lei.
“Ah beh se la metti così, e vuoi fare l’antipatico solo perché sono in prigione…adesso mi metto a cantare, chissà magari mi ascolti.”
Nymeria si schiarì la voce e, mentre si slacciava l’armatura, incominciò a cantare in elfico “ Tel’ Isil taurn e’ i meneluin kalya lleeleer,lle na sal’ nallad. Amin kyerm ona er niire a’ amin,ar’ lye meluva ilyen’at ten’oio.Tel’ Aranorn narne , i aure tuluva an’, dina ie’i tela telilmen, ie’ il’ anoron tuluva an’.”
Con la coda dell’occhio osservò l’uomo che scriveva e scriveva senza sosta. Lui non le concesse nemmeno uno sguardo, nemmeno un cenno di fastidio o di gradimento. L’elfa continuò il suo canto che lentamente iniziò a scemare risuonando più come una lenta cantilena, mentre si appoggiava a terra e si raggomitolava per abbandonarsi alla trance.
Le prime luci dell’alba la fecero destare dall’ intorpidimento e, dato ormai per certo che l’uomo non l’avrebbe ascoltata, si mise a pregare la sua dea a voce alta “ Mielikki, che strana giornata ieri. Concedimi ti prego una giornata più calma, senza sobbalzi al cuore e senza angosce e ti prego consentimi di adorarti e di glorificarti con il potere magico che mi doni.”
Un grande calore la invase e sentì che la dea aveva accolto la sua preghiera e le stava trasferendo il suo potere.
Appena smise di pregare una figura entrò nella stanza , ormai illuminata dalla luce del sole che , tenue, filtrava dalle finestre dello spiazzo su cui davano le celle.
Quello che sembrava essere il capitano del giorno prima le stava portando qualcosa da mangiare.
“Tieni, elfa. Lord Demelin vuole parlare con te. Il tuo amico dice di avere qualcosa per lui, e reclama la tua presenza al consiglio che si terrà tra poco. Se quanto lui ci ha detto è vero allora potrete riavere le vostre armi. Quando hai finito chiama, verrò ad aprirti.”
Nymeria si gettò subito sull’ acqua che il capitano le aveva portato. Non capì subito cosa aveva combinato Breven mentre lei era stata imprigionata, ma accettò di buon grado l’idea che avesse tentato di aiutarla. Da un mercenario non era di certo una cosa da poco!
“ Senta..capitano?”
“Capitano Kalheb.”
“Piacere mio capitano Kalheb, il mio nome è Nymeria Taine Dawnsong. Mi scuso per ieri, il mio comportamento non sarà stato dei più consoni alla situazione, ma spero lei capisca che mi reputo innocente. Però dovrebbe spiegare a quell’ uomo che è il limite dell’educazione e della civiltà rispondere al desiderio di una persona che chiede un bicchiere d’acqua!”
“L’hai chiesta a Praonn?” domandò il capitano Kalheb indicando l’uomo che si era addormentato da poco sui suoi scritti.
“ Elfa, Praonn è sordomuto. E’ più che normale che non ti abbia risposto! Non ha mai sentito cosa dicevi, per lui tutto ciò che è stato è solo un lungo silenzio. Aspetto fuori.”
Il soldato uscì e Nymeria continuò a nutrire il suo corpo affamato con quanto le era stato concesso. Tutto sommato erano stati gentili, era una colazione piuttosto decente. Indossò la sua armatura di pelle e spazzò la polvere via dal mantello con la mano. Infine chiamò “ Capitano Kalheb, aprite pure la cella, sono pronta.”
L’uomo si affacciò all’entrata della stanza e si incamminò verso le sbarre, girò la chiave nella serratura e Nymeria fu libera, almeno di uscire da li.
Seguì silenziosamente il capitano senza essere scortata da nessuno e totalmente disarmata, lungo le scale che riportavano al piano superiore e poi su, altre rampe, fino a raggiungere un piano elegantemente arredato, anche se in stile evidentemente militaresco.
Kalheb bussò ad una porta massiccia e al di là una voce bassa e virile rispose di procedere pure all’interno; il capitano aprì la porta e lasciò passare l’elfa. Nymeria fece un cenno di ringraziamento per la cortesia e si incamminò all’interno.
La grande sala consisteva in un ampio spazio arredato come uno studio magico, attorno c’erano moltissimi scaffali soffocati dall’enorme quantità di libri, e al centro, sopra al bel tappeto blu, c’era un tavolo con delle sedie, posizionato forse proprio per colloqui di questo tipo. In fondo alla sala, accanto alla finestra, c’era invece una piccola scrivania , anch’ essa sovrastata da troppi libri, alla quale era seduto un uomo anziano vestito con una lunga tunica rossa molto lavorata. Al suo fianco era riconoscibile Breven, nonostante la luce che filtrava dai grandi vetri le impedisse di mettere a fuoco bene le immagini che le si mostravano dritte di fronte.
A destra invece c’era un mezz’elfo, i suoi lunghi capelli rossi ricadevano lungo le spalle, infilandosi talora sotto il mantello che, per la particolare fattura, lasciava intendere che fosse proprio lui il lord che Breven aveva cercato la sera prima. Qualche ruga solcava il suo viso, segni delle sue grandi fatiche, che lo facevano sembrare più vecchio dell' effettiva età.
“Siete voi, dunque, l’elfa compagna di quest’uomo?” chiese il mezz’elfo con tono interrogativo.
“Sono solo la sua guida, signore. Sono Nymeria Taine Dawnsong, vengo da Yuir.” rispose lei con un lieve inchino. Quanto le costò quell’inchino ad un mezz’elfo!
“Lord Gante Demelin, piacere di fare la sua conoscenza. Mi è stato riferito che grazie al suo contributo l’uomo qui presente ha potuto raggiungerci per consegnarci una lettera dal contenuto piuttosto importante.”
“Almeno così sembrerebbe.” lo interruppe l’anziano. “Egli è Canton Karlesad” continuò lord Demelin. "Il mio mago fidato. Adesso, con la tua presenza, noi controlleremo magicamente la mente del tuo amico, per vedere se quanto ci ha riferito è vero, o se sta nascondendo qualcosa.”
Nymeria annuì e venne invitata a sedersi al tavolo, accanto a lord Demelin, mentre Breven prendeva posto dietro alla scrivania e Karlesad, dall’alto, si concentrava per lanciare l’incantesimo prescelto.
Una luce magica avvolse la mente di Breven e il guerriero si lasciò trasportare dalla magica. Poi Karlesad iniziò a porgli le domande.
“Come ti chiami?”
“Breven Kastanis”
“Come hai avuto questa lettera?”
“Un mezz’elfo dai capelli rossi e gli occhi dorati me l’ha consegnata. Mi ha detto di darla a lord Demelin di Emmech.”
“Lo hai ucciso?”
“No. Era vivo quando sono andato via.”
Lord Demelin si sporse un po’ verso Nymeria e disse “ I cavalcagrifoni ci hanno informato che un mezz’elfo dai capelli rossi è stato trovato morto a non molto dalle Sabbie Canterine.”
Intanto Karlesad continuava.
“Conosci il significato di questo simbolo?” disse, indicando un simbolo che era sopra la busta
“No”
“Bene io ho finito lord Demelin, credo ci si posa fidare tutto sommato non ha mentito su nulla.” concluse il mago risvegliando Breven dall’ intorpidimento.
“Sei una druida giusto? Tu e il tuo amico guerriero potreste esserci di aiuto per alcuni affari. Se siete d’accordo vi ospiteremmo nella fortezza fino a quando non si riunirà il Consiglio. Vorremmo che presenziaste anche voi. Ci saranno tutte le figure più importanti di Emmech. Come avventurieri dovreste essere interessati, e molti di loro saranno interessati a conoscere meglio la storia di quella lettera, Breven. Vi farò accompagnare fino a delle stanze, li potrete riposare fino al momento in cui verrete chiamati. Per quanto riguarda le vostre armi, le avrete subito dopo la fine del consiglio.”
Nymeria e Breven acconsentirono e, dopo un ulteriore lieve inchino, seguirono la guardia che era stata istruita da Karlesad nel frattempo.

2 Comments:

Posta un commento

<< Home